La comunicazione in quarantena

19.04.2020

Di Paola Maggioni

'In questo momento non c'è nulla di più reale del mondo virtuale.'
Da ormai un mese e mezzo la vita sociale si è fermata a causa del Coronavirus: si parla di abbracci, di gesti, di vicinanza, elementi interpersonali costanti che mai nessuno di noi ha pensato potessero un giorno scomparire del tutto. Sembra quasi di vivere in una bolla di sapone; e, per quanto il nostro carattere possa essere introverso o solare e aperto, gli amici, il parlare con compagni di classe, professori o colleghi di lavoro, ma addirittura passeggiare per le vie della propria città e discorrere del più e del meno con commessi dei vari negozi, sono tutte situazioni normali che mancano e iniziano ad avere importanza nel momento della loro assenza. Nonostante ciò, la vita deve andare avanti, è necessario riagganciarsi a quella poca routine abituale rimastaci per non perdere il controllo. Oggigiorno, come si fa a comunicare?
La nostra presenza sulle differenti reti sociali non è mai stata così attiva e sorge una domanda: prima di adesso, i Social Media come Instagram, Twitter e Facebook sono mai stati veramente importanti? Autori in tutte le lingue pubblicano i loro libri su E-Book; film, come ad esempio "Trolls World Tour" di Dreamworks Animation, e nuovi portali streaming, come Disney+, già esistente negli Stati Uniti, vengono lanciati su Internet; celebrità di tutto il mondo si connettono online in tempo reale per regalare mezz'ora di tranquillità e divertimento. Finalmente davvero ci si sente uniti grazie ad Internet, prima oggetto di discussioni, ora mezzo indispensabile per la comunicazione. Comunicazione che ci sostiene e fa andare avanti.
Per non parlare di lezioni online e smart working, riunioni lavorative su piattaforme come Meet, Zoom e Skype, grazie alle quali è possibile confrontarsi su argomenti necessari per l'istruzione di tutti noi studenti e su aspetti che prima erano discussi faccia a faccia.
La comunicazione non è mai stata più importante che in questo momento storico: è necessaria per sentirsi presenti, per capire cosa sta accadendo, per sentirsi parte di una comunità, anche se si è lontani e sotto tetti diversi.  

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