Il virus buonista

28.02.2020

di Lorenzo Gioli

A pervadere la nostra società non sono né il razzismo né il cattivismo, ma il politicamente corretto. Quando gli venne presentata una lettera, in cui alcuni governatori del Nord chiedevano due settimane di quarantena ai bambini appena tornati dalla Cina, il governo Conte decise subito di cestinarla, invitando tutti a mantenere la calma e a non alimentare la paura. Ora che la situazione è degenerata, ora che in Italia sono morte una ventina di persone, ora che si è passati a una vera e propria emergenza sanitaria che rischia di avere un forte impatto anche sulla nostra economia, la quarantena non sembra più un'idea così strampalata. Tant'è che - per ordine del ministero della Salute - alcuni comuni del Nord-Italia sono stati temporaneamente isolati dal resto della Penisola e in alcune grandi città come Milano e Bologna le scuole sono state chiuse. Misura, quest'ultima, di cui francamente non capiamo l'utilità: a che scopo chiudere le scuole per sette giorni se il periodo di incubazione del Coronavirus è di due settimane?

L'unica risposta possibile è che si tratti di una manovra spot tesa a scaricare le proprie responsabilità. Infatti, nel malaugurato caso in cui la situazione peggiorasse e i morti aumentassero, tanto il governo quanto le amministrazioni regionali avrebbero modo di dire: ah, noi non c'entriamo niente, abbiamo chiuso le scuole, abbiamo sospeso eventi pubblici e privati, se vi beccate il virus vuol dire che non avete seguito le nostre istruzioni, che siete usciti di casa, che non vi siete lavati bene le mani, che non avete starnutito nel gomito. Insomma, che un po' ve la siete cercata.

Non entro negli aspetti tecnici del Covid-19, di cui so poco o nulla se non che si tratta di un agente virale estremamente contagioso, il cui tasso di mortalità veleggia intorno al 2% (1,5 in più rispetto a una normale influenza). A destare la mia preoccupazione sono invece l'ipocrisia del governo e la sua assenza di visione. Se i giallo-rossi pensavano e pensano tuttora che il Coronavirus non rappresenti un pericolo e che non si debbano adottare politiche di prevenzione, è assolutamente legittimo. È un modo come un altro per rapportarsi a un problema. Ma se il governo vede in questa epidemia un problema da affrontare a viso aperto, prendendo misure drastiche come la chiusura delle scuole, sfugge perché tutto ciò non sia stato fatto prima, quando la situazione era ancora gestibile.

Annullare i voli diretti dalla e verso la Cina, senza curarsi dei voli indiretti e delle frontiere terrestri/marittime, rasenta il ridicolo. Mettere in quarantena, a macchia di leopardo, tutti i comuni in cui sono state contagiate delle persone, senza rendersi conto che il virus si sta già diffondendo in tutta Italia, denota l'inadeguatezza del Conte II, incapace di guardare agli sviluppi futuri e all'evoluzione delle cose. Accusare di sciacallaggio chi critica la mala gestione del ministro Speranza è un atteggiamento poco rispettoso nei confronti dei cittadini, bisognosi di risposte e non di baruffe fra governo e opposizione.

Non credo che il Covid-19 decimerà un terzo della popolazione mondiale come fece la Peste nel 1500. Anzi, penso che presto ci risveglieremo dall'incubo. Ed è proprio allora che tutti saranno chiamati a rispondere dei propri errori. Compresi i buonisti che adesso annunciano grandi mobilitazioni, ma che fino a due settimane fa - quando a chiederle erano governatori di centro-destra - gridavano al razzismo, alla discriminazione e al fascio-leghismo.