Intervista a Sara Shepard

01.10.2019

di Paola Maggioni

Tutti abbiamo dei segreti, ma riusciamo veramente a tenerli per noi, soprattutto senza scalfire la nostra immagine? Per cinque ragazze della Beacon Heights High non sarà così. Sara Shepard è l'autrice americana che si cela dietro al grande successo di Pretty Little Liars, dapprima grande successo editoriale e successivamente pluripremiata serie tv (prodotta da ABC).

La Shepard adesso è tornata in Italia con un nuovo romanzo thriller per young adults, The Perfectionists (già in produzione come serie Tv - sequel di PLL)e da poco in America con il secondo e ultimo capitolo di questa saga che sta già ottenendo grande successo in patria, dal titolo originale The Good Girls (la cui uscita in Italia è prevista per il 2020).

Da dove è partita l'idea di scrivere The Perfectionists?

Sara Shepard: L'ispirazione è nata proprio da ciò che oggigiorno si usa di più: il cellulare.

In particolar modo dai social media come Instagram, Twitter, Facebook e dall'utilizzo che ne fanno i teenagers: su queste piattaforme virtuali, anzi, immaginarie, bisogna apparire sempre perfetti. Bisogna dimostrare quanti amici si hanno, quante cose si fanno, i luoghi in cui si è stati, ma soprattutto bisogna mostrarsi costantemente felici ed esteticamente fantastici

La realtà però non è sempre così, per cui ho pensato: "Perché non creare un'ambientazione in cui è necessario essere 'perfetti' come sfondo di un delitto?". Il mio amore storico per i generi distopici e thriller hanno fatto il resto.

Cosa si prova ad avere, attraverso i propri libri, grande influenza su così tanti ragazzi?

SS: Sento di avere molta responsabilità a far capire agli adolescenti (e non) che mi leggono di non comportarsi come i miei personaggi, infatti credo che sia normale far vedere il miglior lato di noi stessi, è umano, ma ricordandosi sempre che davvero nessuno è perfetto, ed è meglio così!

Le mie nuove cinque protagoniste (Caitlin, Ava, Julie, Mackenzie e Parker) inizialmente avevano vite, agli occhi degli altri, meravigliose. Poi, a causa dello stesso motivo, ovvero dello stereotipato 'cattivo ragazzo', le loro reputazioni verranno sgretolate. E impareranno a cavarsela solo essendo loro stesse, senza atteggiamenti né finzioni.

Secondo lei, la società dei teenagers è stereotipata?

SS: La fase adolescenziale da sempre sia un periodo particolare, in cui si cerca di capire chi si è veramente, e in cui si cresce. Forse proviamo una sorta di comodità nel trovarci un'etichetta, io stessa mi ricordo di essere stata proprio così. Ma è anche vero che durante il liceo si scoprono le proprie inclinazioni, i desideri, le paure e come affrontarle. Si trova indipendenza e individualità, senza nascondersi.

Lei a sempre amato scrivere fin da piccola; diventata scrittrice, cosa vorrebbe dire a chiunque voglia percorrere la professione a sua volta?

SS: Di scrivere, leggere e ancora scrivere! Sembra piuttosto ovvia, ma è l'unica cosa da fare per migliorare. Poi, di far vedere e far leggere le proprie creazioni a chiunque; Internet ha pregi e difetti, uno dei primi è che si può caricare ciò che si vuole. Quindi, coraggio, mostra a tutti ciò che sai fare. Senza vergogna, nessuno è perfetto.