La Scuola, tra una Caporetto e una vittoria

03.05.2020

di Francesco Michelini

All'ormai inizio della fase Due, il Governo e le Autorità sono riusciti a farci avere maggiori informazioni o per lo meno un piano di riapertura graduale per ciascuna attività sociale e lavorativa che va dai cantieri passando per i negozi arrivando alla fine ai ristoranti. Per ciascuna di esse, seppure in periodi differenti e non ancora confermati, è in programma una data di riapertura. Chi invece rimane un grande punto interrogativo è la Scuola che con sé porta 8 milioni di ragazzi e ragazze. Essendo stata al momento dell'emergenza la prima a chiudere ci si aspetta sarà l'ultima ad aprire anche se non si sa quando e con che modalità. Qualcuno parla di doppi turni ma ciò implica e richiede un raddoppiamento degli stipendi degli insegnati, una capacità di autocontrollo per i bambini più piccoli non in possesso e un piano organizzativo e strutturale complicato. Parliamoci chiaro: come si fanno a tenere dei bambini di 6 anni distanziati ad un metro ciascuno dall'altro? Come si fa a mantenere la stessa distanza in flussi di centinaia di studenti che si muovono all'interno della stessa struttura? Nella speranza che il Governo possa trovare delle risposte a queste domande e in una visione del futuro offuscata dalla nebbia del coronavirus mi sia permesso di fare due osservazione sul tema scolastico. Non sono un professore e quindi mi limiterò giustamente a parlare da studente.

  • Niente meglio esprime questo punto se non le parole pronunciate in un discorso a noi studenti dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella :"La scuola non è soltanto il luogo dell'apprendimento. E' la vostra dimensione sociale fondamentale nella quale assieme al sapere e alla conoscenza, cresce e si sviluppa anche nella relazione con gli altri, con i compagni e con i vostri insegnanti, la personalità di ognuno di voi cioè quello che sarete nella vostra vita futura." La chiusura delle scuole ha dunque portato molti studenti a riconoscere la verità e l'autenticità di queste parole. Io in primis non me ne ero mai accorto, soprattutto in termini di relazione, quanto la scuola fosse punto cardine e aspetto fondamentale della nostra vita ancora all'inizio. Non penso però neppure che al termine di questa brutta esperienza riconosceremo più valore alla scuola anche perché non siamo in pieno possesso della maturità per farlo. Torneremo a sbuffare quando ci saranno troppe verifiche e a lamentarci nel momento in cui ci verranno assegnati troppi compiti. Rimaniamo comunque degli studenti. Penso però che molti riconosceranno maggiore significato nelle relazioni, che in questo periodo si sono sviluppate in un modo differente e nuovo al quale pian piano ci dovremo, a parere personale anche negativamente, abituarci. Se a settembre le scuole non dovessero riaprire mio fratello conoscerebbe i suoi nuovi compagni di classe di prima liceo via zoom.
  • Nonostante ciò la didattica a distanza porta con sé anche i suoi vantaggi e alla scuola va dato un primato. Come già riportato in un articolo pubblicato su questo blog "Coronavirus, la guerra economica" di Matteo Mello Grand, Darwin disse :"Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento." La scuola in questo caso forse è stata la categoria che è riuscita ad adattarsi meglio con la didattica a distanza ad un cambiamento rapido e improvviso. Se non fosse per alcuni il mancato possesso di oggetti tecnologici le scuole sono riuscite a mettere a punto in tempi strettissimi lezioni online e altri mezzi per rendere più efficacie l'apprendimento. Quello scolastico è stato il settore con il maggior numero di innovazioni e molte delle quali rimarranno anche in futuro. Si sono scoperti mezzi, parlo per la mia personale esperienza, che prima non si sarebbero mai usati ma che potrebbero risultare talvolta utili. La Didattica a distanza però non ha introdotto solo nuovi mezzi e incrementato le "conoscenze digitali" di ognuno di noi ma ha anche richiesto una maggiore puntualità e cooperazione, soprattutto organizzativa, fra studenti e insegnati al fine di far funzionare tutto. Si ha avuto inoltre una valutazione più concentrata sulle competenze che sulle conoscenze alla quale ci avevamo ormai fatto il callo. Altro vantaggio è che d'ora in poi saranno obbligatori i corsi di formazione per i professori.

Mi sento di concludere che i meriti non vanno attribuiti ad una ministra dell'istruzione non adatta al ruolo ma a professori, studenti e dirigenti scolastici che hanno avuto più di tutti la capacità di adattarsi alla situazione posta dall'emergenza. Detto questo sembrerebbe più una vittoria che un fallimento. Anche se non si può celare un buco che di sicuro si crea nell'apprendimento didattico. Nonostante la scoperta di nuovi mezzi e la capacità di adattamento non va messo in dubbio l'impossibilità per la maggior parte dei professori di tenere passo al programma e di conseguenza una creazione di enormi buchi didattici. Soprattutto per questo motivo la scuola non potrà essere sostituita dalla lezione online. Siamo certi che ne uscirà una scuola più forte anche se con molte carenze didattiche...quando ne uscirà...