A volte ritornano
di Mauro Giubileo

A nessuno serve molto per capire che in casa Pd i problemi non sono pochi. E non lo sono da tempo. Ma ciò che sta succedendo in queste ore è quanto di più spettacolare possa accadere dinanzi agli occhi del popolo italiano. Il passato sembra essere tornato, ancora più vivo di prima. Antichi miti sembrano essersi rivitalizzati e reincarnati per dare di nuovo al nostro Paese ciò di cui essi credono abbia bisogno: un temerario schiaffo. L'ennesimo. Dove sono gli uomini del presente? Quelli delle elezioni europee? Dov'è Calenda, l'homo novus? Dov'è Zingaretti, il segretario nazionale del Partito democratico? Dov'è Siamo Europei, dov'è la sinistra allargata, dov'è il 23 per cento? Dov'è l'opposizione? Ora dopo ora, gli atavici personaggi sono ricomparsi davanti agli schermi televisivi, suscitando il disappunto di molti italiani.
Hanno ripreso parola, uno per uno. Per primo lui, Renzi. Ve lo ricordate, Renzi? Quello di "Enrico stai sereno"? Quello del Patto con Berlusconi? Quello che ci ha spinti a compiere pessime scelte in politica estera? Quello che ha varato una legge elettorale facendoci credere che avrebbe cambiato il mondo, ma in cui c'erano ugualmente le liste bloccate, tanto vituperate in mesi e mesi di trasmissioni e interviste? Quello che voleva risolvere i problemi con gli 80 euro? Quello che aveva indetto un referendum promettendo di lasciare la politica se avesse vinto il "no", salvo poi essere smentito dai fatti che tuttora lo vedono protagonista del dibattito politico nazionale?
Ecco, lui. Lui vuole riappropriarsi di un'Italia che - per la maggior parte - non lo vuole e di un partito che non lo vuole. Inoltre, Renzi desidera fare un governo con Di Maio non per paura che il Pd peggiori la propria situazione, ma che i nuovi gruppi parlamentari Dem non rispondano più a lui. Non è difficile capirlo: è tornato e non è cambiato.
E fa specie vedere come il segretario Zingaretti sia tanto accondiscendente nei confronti di richieste simili, quando l'assenso all'avventura giallorossa comporterà molto probabilmente:
1) la sfiducia degli elettori del centro-sinistra che non gradiscono l'alleanza con un partito come il M5S, alleato della Lega fino a quindici giorni fa;
2) il fatto di non poter rifornire le Camere, dopo libere elezioni, di consistenti pattuglie zingarettiane più spostate a sinistra che al centro.
Detto sinceramente, da Zingaretti mi sarei aspettato maggiore furbizia. E invece, giorno dopo giorno, si profila l'ombra di un incubo sempre maggiore che riguarda il nuovo governo di sinistra-sinistra. Il minimo comune denominatore di ogni gioco di palazzo - compreso quello a cui abbiamo assistito negli ultimi giorni - resta sempre lo stesso: privare i cittadini del loro diritto fondamentale, eludendo l'importanza dell'articolo 1 della Costituzione. Resta solo la possibilità, per chi di dovere, di farsi un esame di coscienza. E di agire nel verso giusto.