Gli uomini di Cesare
di Francesco Michelini
Se c'è una cosa che ha sempre affascinato gli studiosi dell'ascesa al potere di personaggi storici come Mussolini, Napoleone e Alessandro Magno - per dirne alcuni - sono gli uomini che li hanno circondati e aiutati nelle loro imprese. Ma allora chi sono stati gli uomini vicini a uno dei più grandi militari e politici della storia, Gaio Giulio Cesare?
Da questo punto di vista Cesare è una dei personaggi più complessi della storia. Infatti non aveva amici e nessuno era in grado di comprendere i suoi sentimenti e i suoi pensieri. Solo un uomo, un condottiero e un combattente, si avvicinò a tanto: Tito Labieno. Tito Labieno è stato per anni l'ombra di Cesare. I due hanno combattuto insieme per 38 anni: dalla guerra civile fra Gaio Mario e Silla alla Campagna in Gallia, periodo in cui il legato fu elemento cruciale per la conquista del territorio. Tito Labieno non era solo l'uomo che attraverso l'esempio e le proprie doti strategiche era riuscito a tirare fuori Cesare da situazioni difficili e alquanto complicate, ma era anche l'unico che si potesse avvicinare a capire i sentimenti e i pensieri di Cesare, quasi un amico. Sicuramente il successo in Gallia di Cesare è dovuto anche a quest'uomo, che sul campo di battaglia non ha mai esitato a mostrare la sua fedeltà al futuro dittatore e metter a frutto le sue grandi doti militari che lo portarono a grandi vittorie contro popoli minacciosi come i belgi, i treviri, i morini, gli atrebati e i tigurini. I legionari amavano Tito Labieno per il suo coraggio e le sue capacità. Tuttavia, quest'ultimo non concentrò mai tutte le attenzioni e i meriti su se stesso, bensì sul suo Comandante: Gaio Giulio Cesare. Tito Labieno dunque potrebbe essere considerato come la pedina militare di Cesare, almeno fino alla fine della campagna in Gallia. Infatti poi tradì Cesare, decidendo di servire gli anticesariani. Da lì in poi Marco Antonio lo sostituirà.
Ma allora chi era invece colui che si occupava della Politica? Quello che in Gallia seguiva la politica Romana? Era Aulo Irzio. Irzio, pur essendo un pessimo militare, come mostrato a Brindisi contro le truppe di Pompeo, era un ottimo calcolatore. Dietro la scrivania era un vero combattente: sapeva seguire con grande delicatezza e accuratezza la politica romana attraverso documenti, lettere e buona conoscenza dei personaggi politici che fecero la storia romana di quel periodo. Era lui che si occupava di gestire e raccontare la figura di Cesare e le sue gesta. E' per questo che è noto per avere scritto l'ottavo libro del De bello gallico, l'opera più conosciuta di Cesare.
Altro uomo molto vicino a Cesare, dotato delle stesse capacità di Aulo Irzio, era Gaio Asinio Pollione, un ottimo scrittore e oratore. Invece, un militare che merita di essere menzionato è Gaio Crastino, non un legato o un tribuno, ma semplicemente un centurione, un centurione di estremo ed esemplare coraggio. Crastino ha servito nelle file di Cesare durante la campagna in Gallia, nella battaglia di Alesia, nello scontro con gli Elvezi e anche e soprattutto nella Battaglia di Farsalo. Insomma, proprio il primo veterano di Cesare.
Celebri le sue parole a Farsalo riportante da Cesare nel De Bello Civili, libro III, 91: "E guardando Cesare "Oggi, vivo o morto, farò in modo che tu mi sia grato" e Crastino a Farsala si lanciò per primo contro il fronte pompeiano, rimanendo ucciso da un colpo di spada in pieno viso. Un uomo di raro valore, che di sicuro ricevette tutto il rispetto di Cesare per la costante fedeltà e le capacità militari.
Altri uomini che potrebbero essere menzionati sono Curione, Sallustio Crispo, Marco Emilio Lepido e tanti altri uomini politici che hanno affiancato Cesare ricoprendo le più alte cariche amministrative di Roma.
Ma su una cosa siamo certi: nessuno raggiunse mai i livelli di Cesare e soprattutto Cesare non permise mai a nessuno di superarlo: lui doveva essere il primo, il primo di Roma.