Riprendere la scuola? Cosa ne pensiamo

02.05.2020

Di Marina Pipia e Lucia Zoletto

Dopo oltre cinquanta giorni di quarantena siamo alle porte della così detta fase 2, però ancora non si parla della possibilità di riaprire le scuole.

Questa scelta ha provocato pareri contrastanti: molta gente crede che ci si possa permettere di riaprire ora le scuole, soprattutto per chi a breve avrà gli esami di Stato, mentre molti altri pensano che sia stata giusta la scelta di tenere chiuse le scuole.

Personalmente crediamo che la scelta del Governo sia stata più che ragionevole per molteplici motivi.

Innanzitutto i rischi di contagio aumenterebbero drasticamente, una stima della protezione civile prevede addirittura un aumento di 48.000 contagiati con la riapertura delle scuole.

Se si tornasse a scuola infatti con l'inizio della fase 2, quindi il 4 maggio, vivremmo un mese di scuola in cui, probabilmente, molti professori farebbero verifiche o interrogazioni la maggior parte dei giorni, per la mancanza di voti dati durante il periodo delle lezioni online: sarebbe quindi per noi studenti un periodo di stress in cui non riusciremmo a concentrarci sull'apprendere.

Pensiamo inoltre che questo tempo in cui le lezioni continueranno online possa essere utile al Governo per ideare dei piani affinché il ritorno, a settembre, non provochi un così grande aumento dei contagiati che ci riporterebbe alla situazione iniziale di marzo.

Nonostante capiamo la scelta della chiusura prolungata, notiamo che sia molto difficile stare al passo con le lezioni online e imparare dalle spiegazioni dei professori, poiché tutta la parte di interazione, o tra alunni, o tra alunni e professori è andata persa. Molti professori durante le loro lezioni spiegano senza assicurarsi che lo studente abbia capito, mentre noi studenti non ci sentiamo particolarmente spronati a fare del nostro meglio. A distanza, inoltre, è più facile deconcentrarsi perdendo quindi molta parte della spiegazione.

Nelle classi prime, o dove le amicizie non si ancora ben formate, è anche più difficile per i ragazzi vivere questa quarantena. Noi, per esempio, passiamo gran parte della giornata in videochiamata con i nostri amici, che ci rallegrano molto, ma abbiamo notato che non per tutti è così.

Con questa quarantena abbiamo capito che la scuola non è solo un luogo di apprendimento, ma è anche dove noi studenti formiamo il nostro carattere grazie soprattutto alle amicizie. Proprio per questo sentiamo il bisogno di ritornare sui banchi perché sentiamo la mancanza dei piccoli gesti quotidiani: chiacchierare con il compagno di banco, stare insieme durante l'intervallo, sentire il tanto atteso suono della campanella...

Non possiamo realmente giudicare l'operato del nostro Governo in questo momento, ma crediamo fortemente che siano necessarie tutte le misure per preservare prima di tutto la salute delle persone, nella speranza di un vicino ritorno a scuola.